ROMA - È giunto in ottobre l'omaggio alla rivoluzione cubana da parte del Circolo di Roma dell'Associazione Nazionale di Amicizia Italia-Cuba presso gli edifici della Ex-lavanderia, in zona Roma Nord.
Il Circolo ha deciso di celebrare il 60° anno della "Revolución" in un modo peculiare, rivolgendo il proprio sguardo, e quello dei presenti (molto numerosi), verso la musica, la vera narratrice dell'evento.
Ha presentato l'evento il direttore di altrenotizie.org Fabrizio Casari, grande esperto e attento analista del panorama socio-politico centro e sud americano, affiancato dalla maestra di danza Irma Castillo.
Per il Circolo di Roma il saluto è stato portato dal segretario Marco Papacci, il quale ha ribadito la condanna al blocco statunitense contro l'isola di Cuba.
Presenti alla manifestazione anche le ambasciate di Cuba e del Nicaragua, mentre risultava assente quella del Venezuela solo per impegni previ.
Tra gli ospiti che hanno abbellito la serata, la scuola di folklore cubano "Clave de son", di Irma Castillo e Ulises Mora; la scuola di folklore salentina "Il ritmo che cura", di Francesca Malerba; il gruppo "U'papadia e la Peronòspera band"; gli artisti cubani Irina Arozarena e Yoandy Armenteros Moreno.
I gruppi musicali e di danza si sono lungamente esibiti, fondendo, tramite un sincretismo culturale e sinfonico, due mondi tanto geograficamente distanti quanto culturalmente simili, specie per ciò che concerne le tradizioni popolari musicali.
Inoltre,prima delle esibizioni, era già stata ricordata Alicia Alonso, una delle più grandi ballerine al mondo, faro di riferimento per la cultura cubana, e recentemente scomparsa.
La simbiosi fra le due culture si è manifestata anche dal punto di vista gastronomico, giacché una cena tradizionale cubana ha accompagnato la serata, arricchendola.
Ma non solo musica, poiché durante l'evento sono stati proiettati dei video concernenti alcune esperienze della rivoluzione cubana e dei suoi protagonisti, nonché delle video-interviste agli artisti presenti.
Inoltre è stata omaggiata la città di La Habana (che questo stesso anno compie 500 anni) attraverso l'esperienza di un video che racconta la città con un fare poetico; testo e voce di Damiano Rumanò, fotografie di Francesco Chiorazzi, con il montaggio di Roberto Iandolo.
In un contesto sociale e politico in cui non mancano venti di minaccia e di intolleranza sia verso culture che verso modelli politici e sociali distanti da quelle che sono le esperienze occidentali, giova partecipare ad eventi (contro)culturali come questi, in cui alla memoria storica si aggiunge la fusione e l'integrazione con e fra mondi sì distanti e diversi, ma, al tempo stesso, uniti e coesi, nel rispetto proprio di quelle tradizioni e di quelle diversità che il modello capitalistico dominante vorrebbe spazzare via definitivamente.
Se occorre difendersi e difendere il diritto alla diversità e all'integrazione, sia esso individuale o collettivo, sono forse i linguaggi della musica e della danza alcuni fra quelli che meglio rispondono ad ogni ingiustizia, tendendo a reintegrare e a ricomporre il diritto alla vita.
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