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ROMA - Alle ore 18.00 presso la libreria Croce, a Roma, si è tenuto il dibattito "La verità nascosta, otto anni di ingiustizia. Il caso dei Cinque cubani antiterroristi prigionieri negli Stati Uniti”.

L'incontro ha visto gli interventi di:

Adriana Pérez, moglie di Gerardo Hernández (uno dei Cinque);
Fulvio Grimaldi, giornalista e documentarista, nonché autore del documentario “America desaparecida”;
Marco Papacci, segretario dell’Associazione Italia-Cuba, Circolo di Roma.

Marco Papacci, che ha dato inizio alla conferenza, ha ricordato gli attacchi terroristici più significativi, compiuti negli ultimi quarant’anni dai gruppi anticastristi di Miami e finanziati dal governo degli Stati Uniti d’America contro Cuba, in cui sono morti più di 3 000 cubani e circa 2 000 sono rimasti mutilati.

Ha inoltre aggiunto che gli USA hanno applicato questo tipo di politica estera basata sul terrore, anche in America Centrale, finanziando gruppi di mercenari addestrati dal terrorista tristemente celebre, Luis Posada Carriles, che come Orlando Bosch ed Emanuel Constant, per citarne solo alcuni, godono dell’amicizia e protezione dell’Impero, con la complicità e il silenzio delle democrazie occidentali.

Anche Fulvio Grimaldi è andato sul passato, ma prima ha voluto accennare al Convegno sul Terrorismo, dove ha incontrato Adriana Pérez, che si è svolto lo scorso giugno all’Avana. Un convegno di quattro giorni, presieduto dallo stesso Fidel Castro, in cui tutti i luoghi comuni sul terrorismo sono stati rovesciati.

Poi Grimaldi ha parlato del piano “Northwoods”, ideato nel 1962, durante il governo Kennedy, dai Capi di Stato Maggiore degli Stati Uniti e approvato dal Pentagono.

Tale piano prevedeva il bombardamento della base di Guantanamo, l’affondamento di una serie di imbarcazioni in navigazione tra Cuba e la Florida, una serie di attentanti in tutti gli Stati Uniti, in particolar modo contro le proprietà degli esiliati cubani a Miami, ma anche contro le strutture istituzionali americane, come la dogana, i tribunali.

Il tutto dando la colpa al Governo cubano in modo da avere pretesti per giustificare l'intervento delle Forze Armate Usa a Cuba.

Se poi l’opinione pubblica non fosse stata ancora pronta ad accettare una guerra contro Cuba, si sarebbe preso un aereo lo si sarebbe riempito di giovani studenti statunitensi per un viaggio di vacanza-studio in Centro America, per poi farlo abbattere nello spazio aereo di Cuba, da un caccia statunitense travestito da Mig cubano.

Questo era un progetto che prevedeva centinaia e centinaia di morti innocenti negli stessi Stati Uniti, come i tremila delle Torri Gemelle. Kennedy rimandò l’attuazione del piano, ma poche settimane dopo fu ucciso.

Infine Adriana Pérez, moglie di Gerardo Hernández, dopo aver spiegato che il Governo statunitense ha tutte le intenzioni di far prolungare al massimo il processo che ha un carattere esclusivamente politico, contro i Cinque cubani detenuti ingiustamente nelle prigioni USA, ha poi sottolineato la grande difficoltà per i familiari dei Cinque ad incontrarli nei penitenziari.

Il Governo statunitense non rilascia i visti necessari per poter entrare nel Paese, considerando madri e mogli un pericolo per la sicurezza degli Stati Uniti.

Ad esempio Adriana non vede suo marito Gerardo da più di otto anni, da quando fu arrestato nel settembre del 1998.

Ogni mezzo è stato e continua ad essere utilizzato dall’Amministrazione statunitense per piegare i Cinque, ricorrendo anche al ricatto e alle minacce contro i loro stessi familiari, senza però riuscire ad ottenere nulla.

Adriana ha inoltre spiegato quanto sia importante per i Cinque che si trovano in prigione dal 1998, per i loro familiari e per le sorti dello stesso processo, la campagna di solidarietà dei movimenti di tutto il mondo, per far sì che attraverso la mobilitazione e la diffusione del caso si possa esercitare una forte pressione sul Governo degli Stati Uniti.

Ha inoltre aggiunto che la vicenda dei Cinque prescinde da ogni tipo di schieramento politico ed ideologico, mettendo in evidenza il suo carattere umano.

Molte persone ed associazioni religiose e non, hanno deciso di sostenere i Cinque e le loro famiglie pur non condividendo affatto la politica di Cuba, poiché quello che il governo degli Stati Uniti d’America sta violando sono i diritti umani di cinque persone colpevoli di lottare contro il terrorismo.

S. Russo, A. Perez, M. Papacci e F. Grimaldi, Libreria Croce - Roma, 08/11/06