Intervista a Maria de Los Angeles Flores Prida, ex Ambasciatore di Cuba in Italia
di M. Papacci e F. Costanzi
D: Bill Clinton ha sospeso l’applicazione di alcuni capitoli della legge Helms-Burton. Il suo Segretario di Stato, la sig.ra Albright, tempo fa ha dichiarato che il nuovo presidente George W. Bush vedrà la fine della Rivoluzione cubana. Alla luce di questi atteggiamenti contradditori Lei pensa che nell’anno del 40° anniversario della vittoria di Playa Giron potrebbe finire l’embargo degli USA contro Cuba?
R: La dichiarazione della Sig.ra Albright è la medesima che hanno già formulato altri Segretari di Stato nordamericani. La verità è che questa nuova amministrazione Bush ha lo stesso obiettivo di tutte le altre che si sono susseguite dal trionfo della Rivoluzione ad oggi, cioè sconfiggere il nostro progetto politico-sociale, la nostra società socialista. Nel mondo il ripudio per il blocco inumano ed illegale si va facendo sempre più forte. La riprova l’abbiamo avuta nell’ultima Assemblea Generale dell’ONU dove 167 Paesi hanno votato a favore di Cuba nella risoluzione che chiedeva di mettere fine al blocco. All’interno dello stesso Congresso USA, sia alcuni democratici sia repubblicani hanno presentato una serie di proposte per mettere fine all’embargo sui medicinali e sui generi alimentari. Gli stessi agricoltori statunitensi attuano pressioni, perché vorrebbero vendere a noi i loro prodotti. Per quello che concerne questa nuova Amministrazione è prematuro fare un pronostico perché le dichiarazioni che ha fatto l’attuale Presidente sono state molto ostili verso la Rivoluzione cubana e verso il Presidente Fidel Castro. Credo che sia prematuro pensare che nell’anno che si celebra la vittoria di Playa Giron possa terminare il blocco.
Maria de Los Angeles Flores Prida
D: Qual è il ruolo che potrebbe giocare l’Europa nel contrastare il blocco USA contro Cuba?
R: In questi ultimi anni molti Paesi dell’Unione europea hanno firmato accordi commerciali con il nostro Paese. Molti impresari europei hanno firmato con noi contratti ed investito notevoli somme di denaro. La legge Helms-Burton cerca di penalizzare questi impresari. In questo momento negli Stati Uniti stanno attuando un’azione intimidatoria contro la “SOL MELIA”, compagnia di turismo spagnola che ha grandi e vantaggiosi affari con Cuba. Negli ultimi anni abbiamo ampliato molto le relazioni con i Paesi europei, soprattutto nel settore del turismo, settore vitale per la nostra economia. Dopo i canadesi, primi nel numero di persone che visitano il nostro paese, ci sono gli europei.
D: Al fine di non tramutare ricorrenze storiche, come quella di Playa Giron, in vuote cerimonie formali, qual è il comportamento del Governo cubano soprattutto verso le nuove generazioni?
Io credo che, innanzi tutto, occorra mantenere vive, anche con comportamenti coerenti, tutte le tradizioni della nostra storia. Cuba ha una storia molto ricca che parte dalla lotta per l’indipendenza. Già dai primi anni di scuola insegniamo ai ragazzi ad amare i nostri patrioti che sono morti per la libertà del nostro Paese. Penso che l’anno scorso, anno in cui abbiamo affrontato e risolto positivamente la battaglia di civiltà per il ritorno in patria del piccolo Elian Gonzalez, sia stato un anno di “rinnovamento” e di riaffermazione di alcuni valori. L’effervescenza dei primi anni della Rivoluzione è tornata a farsi sentire nel nostro popolo, nei nostri giovani. E sono proprio questi giovani, scesi a milioni nelle piazze, che conducono tutte le marce di riaffermazione rivoluzionaria, queste giornate dove si ricordano le idee di Josè Marti, Maceo, il Che, Camilo Cienfuegos. Le figure di questi eroi sono vive e presenti nei nostri giovani.
D: Qual è il suo ricordo personale dei giorni dello sbarco a Playa Giron?
R: Playa Giron è stata preceduta da una serie di atti di sabotaggio contro importanti istallazioni ed istituzioni cubane. Questo fu il preludio dell’aggressione della Baia dei Porci. Sin dai primi anni del Trionfo della Rivoluzione, sia la CIA, sia il governo degli Stati Uniti, si resero conto della forza che aveva preso il nostro processo rivoluzionario e iniziarono a cospirare contro Cuba. Il 31 dicembre 1960 fu compiuto un attentato contro uno dei più importanti negozi dell’Havana, che si chiamava “Epoca”. Io ero un’impiegata di questo negozio che fu incendiato con una bomba al fosforo e nei mesi successivi, e questo fu il vero preludio di Playa Giron, fu incendiato un altro negozio “L’incanto”, la boutique più elegante che esisteva all’Havana in quel periodo. Il 13 aprile avviene lo sbarco dei mercenari a Playa Giron, aggressione che fu fermata e sconfitta in meno di 72 ore.
D: Cosa rappresenta la vittoria di Playa Giron?
R: Playa Giron rappresenta la prima sconfitta dell’imperialismo nordamericano in America Latina. In questo continente è sempre esistita l’idea che gli Stati Uniti fossero invincibili. Essi non avevano mai mangiato la polvere della sconfitta in un suolo straniero. I cubani sono riusciti a dimostrare che un popolo unito nella difesa della sua indipendenza ed autodeterminazione può sconfiggere un nemico potente che non lotta per giusti ideali ma solo per volontà di dominio e sopraffazione. Come quelli che spinsero i mercenari.
D: Nel 2001, a Cuba si ricorda, anche, il 40° Anniversario della Campagna di Alfabetizzazione. Qual è stata la sua esperienza in questa campagna?
R: Come la maggior parte dei giovani cubani, a quell’epoca, presi parte alla Campagna di Alfabetizzazione. La prima organizzazione fu la brigata Conrado Benitez, composta da giovani studenti che si diressero in tutte le zone del Paese, in particolare sulle montagne e nelle zone impervie con lo scopo di alfabetizzare più persone possibili. Ricordo ancora l’immagine di questi giovani e giovanissimi che giravano con una lampada a petrolio, perché, all’epoca, non c’era l’energia elettrica in tutto il paese. Entravano a far parte delle famiglie contadine. Di giorno, anche loro lavoravano la terra, accudivano gli animali, di sera, alla luce delle lampade a petrolio, insegnavano a leggere e scrivere. Io, come ho già detto, all’epoca ero una commessa. Fu creata una brigata chiamata “Patria o Muerte” composta da lavoratori con un certo grado di istruzione che, dopo l’orario di lavoro, andavano ad alfabetizzare. Io lo feci nei quartieri marginali dell’Havana, dove, in quegli anni, vivevano persone molto povere ed analfabete. Andavamo in quei luoghi dalle sei del pomeriggio sino alle otto della sera, quindi due ore di lezione al giorno.
D: In Europa, soprattutto negli ambienti di sinistra, è stata sottovalutata l’ascesa al potere in Venezuela, Paese ricco di materie prime ma dalla disastrosa situazione sociale, di Hugo Chavez, politico progressista e molto vicino alla Rivoluzione Cubana. Qual è il suo giudizio sull’attuale politica venezuelana?
R: Direi che in Europa si conosce e si parla poco di America Latina. Ogni giorno cerco, sui giornali, notizie provenienti dall’America Latina, ma tranne che accada qualcosa di eccezionale, o uno scandalo o un disastro naturale, non si trova niente. E’ importante sottolineare, come tu facevi, il fatto che Hugo Chavez sia divenuto presidente del Venezuela. Egli ha un progetto di giustizia sociale i cui beneficiari saranno i poveri e gli umili della società venezuelana. Un uomo dalle idee bolivariane, che ha avuto il coraggio di cambiare il nome del suo Paese, ora si chiama Repubblica Bolivariana del Venezuela e con l’obiettivo di realizzare l’integrazione dell’America Latina come la sognò Simon Bolivar. Insomma un problema in più per l’imperialismo USA ma un amico in più per Cuba socialista.
NOTE BIOGRAFICHE
Maria de los Angeles Flores Prida: ha ricoperto vari incarichi nel Ministero delle Relazioni Estere e per diversi anni è stata Viceministro. Inoltre, ha rappresentato Cuba in organismi internazionali per oltre tre decenni. Dal 2000 al 2006, ha sostituito Mario Rodríguez, capo della missione diplomatica cubana a Roma dal 1994.
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